Lettera #2 Caro Alessandro, ti scrivo perchè sento che devo dire a qualcuno le mie preoccupazioni. Mi sono di recente accorto che cose che io so e che mi sembrano ovvie in realtà sono sconosciute a molti anche in casi in cui la non-conoscenza di questi argomenti è problematica per la società. Per esempio: perchè tanta gente non sa che i cicli di antibiotici vanno fatti solo se necessario e, in caso, sempre completi e precisi? Mi viene da dire che poi è ovvio che ci ritroviamo con il problema dell'antibioticoresistenza se nessuno l'ha mai insegnato al mondo. E non è mica un problema solo nei luoghi dove l'analfabetizzazione è comune, cioè pure qui in Italia se ne parla spesso! Com'è che questa cosa non ce la spiegano a scuola? Oppure la spiegano ma qua nessuno sembra ricordarsela. Ma anche cose meno “colte” come prendere un autobus. Se a me i miei genitori non l'avessero insegnato io non credo che sarei capace e, non avendone mai bisogno, non lo saprei proprio fare. Cioè chi ti mostra come prendere un autobus? Chi ti spiega chi devi chiamare se c'è un incendio? Chi ti sgrida se prendi male gli antibiotici? Poi magari qualcuno te lo spiega, i tuoi genitori o i tuoi amici, ma loro lo sapevano in modo sbagliato e tu lo impari così e vivi tutta la tua vita senza sapere che stai sbagliando e intanto hai aiutato i batteri a resistere agli antibiotici. Boh, non è che dovrebbero dircele di più a scuola cose del genere? Anche perché a cosa serve educazione civica se non a questo? Io direi che finisco qui la mia lettera, magari ti riscriverò ancora. Ciao Alessandro!